Das Territorium
Scopri la Tuscia Ischia di Castro.
Ischia di Castro è situata nella zona più a nord del Lazio, a poco meno di 40 Km dal Capoluogo Viterbo.
Nelle vicinanze del paese, troviamo il Lago di Bolsena e la Necropoli etrusca di Castro, due luoghi assolutamente da visitare, per chi è appassionato di natura e storia.
Ischia di Castro si trova al centro di un'importante area archeologica molto interessante, che ogni anno riceve numerosi visitatori. Accanto alle zone etrusche, vanno poi ricordati anche alcuni insediamenti medievali rupestri: l' Eremo di Poggio Conte, una Chiesa rupestre risalente al XII/XIII sec. e quello di Chiusa del Vescovo.
Molte sono anche le architetture interessanti presenti nel paese, a cominciare dagli edifici sacri e da quelli Civili, come la Rocca Farnese.
I tre gigli presenti nello stemma del Comune, sono infatti la testimonianza del lungo periodo in cui il Castello di Ischia di Castro, fece parte dei possedimenti della famiglia Farnese. Questo è poi anche confermato dalla denominazione "di Castro", messa come riferimento al Ducato di Castro.
L'accesso al centro storico, avviene attraverso l'arco aperto sotto la Torre dell' Orologio, eretta all'estremità della Rocca Farnese, una delle residenza più antiche della famiglia Farnese.
Cosa Vedere a Ischia di Castro
Selva del Lamone
La Riserva Naturale Selva del Lamone, istituita nel 1994, fa parte del Sistema dei Parchi e delle Riserve della Regione Lazio.
Essa occupa un’area di circa 2000 ettari sul territorio di Farnese, in provincia di Viterbo al confine con la Toscana.
In questo angolo solitario dell’Alto Lazio si conserva uno dei boschi più selvaggi della Tuscia, formatosi su una colata lavica risalente al periodo compreso tra 150.000 e 50.000 anni fa.
Il 90% dell’area protetta è occupato da boschi per la maggior parte cerrete pure o miste, mentre il restante 10% da aree destinate all’ agricoltura.
Le aree agricole sono occupate da prati destinati al pascolo e da oliveti e vigneti.
Il confine meridionale della Riserva del Lamone è segnato per un lungo tratto dal fiume Olpeta, che forma due suggestive cascate (del Pelicotonno e del Salabrone) e sul cui corso cresce un bosco ripariale di salici, ontani e pioppi.
All’ interno dell’area della Riserva sono presenti anche importanti resti archeologici risalenti all’Età del Bronzo, all’ epoca degli Etruschi e al Medioevo; si trovano infatti resti di villaggi fortificati, capanne di pastori, tratti di strade romane e un’abbazia cistercense di Santa Maria di Sala, restaurata nel 2013 - 2014 per volontà della Riserva.
L'Eremo di Poggio Conte
L’Eremo di Poggio Conte sorge a 20 km dal centro di Capodimonte, tra Valentano e Farnese.
I cartelli presenti in zona indicano il sentiero dei briganti e una strada bianca da percorrere a piedi lungo le sponde del fiume Fiora.
La valle circostante è destinata al pascolo.
Il fiume si adagia in un letto ampio e sassoso nel cuore di una valle verdissima, in gran parte dedicata al pascolo. E' comune infatti incontrare pascoli ovini e bovini allo stato brado. Seguendo il sentiero che costeggia il fiume, si giunge all'interno di una zona a macchia leggermente impervia, il cui sentiero è assicurato da alcune travi di legno.
Il sentiero termina passando sotto un costone tufaceo, che sembra racchiudere il cielo come fosse il Panteon di Roma. Una piccolo rivolo d'acqua che scende lungo una copiosa chioma di muschio, arricchisce il primo impatto. Alzando lo sguardo dal lato opposto, si può osservare il suggestivo eremo, una cappella scavata nel tufo adornata di affreschi risalenti al XIII Secolo.
Secondo alcuni studi storico-artistici, la zona era popolata da una civiltà di monaci benedettini cistercensi a cui sono dovuti gli scavi nella roccia e le decorazioni pittoriche. Gli affreschi presenti ornano le vele ed i sottarchi della chiesetta rupestre in composizioni floreali, fiori di loto e palmette. Ma ancor più entusiasmanti sono i numerosi affreschi rappresentanti alcuni apostoli e personaggi non identificati.
L'aria conserva quasi inalterata una forma monastica di silenzio e rispetto, dedita alla meditazione e alla preghiera, verso un ideale evangelico lontano da ogni forma di potere.
Una percorso a scale che si arrampica attraverso il costone tufaceo, permette la visita della suggestiva chiesetta e di un successivo vano, in cui probabilmente l'eremita che vi abitava, trascorreva la notte, nonché la vista panoramica della cava naturale a cui si perviene per incontrare questo magnifico posto.
Storia di Ischia di Castro
Le origini di Ischia di Castro risalgono al periodo etrusco, del quale rimangono alcune testimonianze di grande rilevanza storica ed artistica.
Tuttavia, si pensa che anche in epoca preistorica, il territorio di Ischia di Castro, venne abitato: alcuni reperti archeologici dell'epoca sono infatti state ritrovate lungo le rive del fiume Fiora.
Nel territorio si trovano anche alcune testimonianze di epoca romana, come una villa rustica, in località La Selvicciola.
Ma Ischia di Castro ha visto passare diverse popolazioni e culture, tra queste anche quella dei Longobardi, di cui ancora si ha traccia nei nomi di alcune località della campagna circostante.
Il paese ha visto anche il susseguirsi di diverse dominazioni e Signori.Basti pensare, che fece parte inizialmente del patrimonio di San Pietro, la famosa ripartizione che Papa Innocenzo III fece del patrimonio ecclesiastico, intorno all' XI sec.
Successivamente Ischia di Castro vide come signori proprietari Ranieri di Bartolomeo, proprietario del castello, poi i Conti Ildebrandini e alla fine del XIII secolo, i Farnese.
In epoca medievale, il borgo si cominciò ad estendere nei dintorni dell’antica rocca. Fu proprio qui che anni dopo i Farnese edificarono il proprio palazzo.
La dominazione dei Farnese però non fu sempre tranquilla, nel 1395 infatti, i cittadini di Ischia di Castro si ribellarono. Causa della ribellione furono i ripetuti soprusi, che soprattutto le donne ischiane subivano.
La rivolta portò all'uccisione di alcuni membri della famiglia Farnese e l'imprigionamento di altri.' Ma l'assedio non durò a lungo e i Farnese, si dice, con l'aiuto dei Signori delle Cervara, riottennero il dominio di Ischia.
Nel 1537 Paolo III Farnese, creò il Ducato di Castro, affidandone la gestione al figlio Pier Luigi. Venne scelta come capitale del Ducato, Castro.
La città venne costruita da Antonio San Gallo il Giovane. Fu così che venne realizzata un’opera urbanistica non indifferente.
Alla morte di Sangallo nel 1546 anche se la città era quasi terminata, Pier Luigi si trasferì Piacenza. Qui venne ucciso due anni dopo. Poiché suo padre, Paolo III, era ormai vecchio, il ducato passò in mano all’ altro figlio, Ottavio.
Ottavio non fu però in grado di gestire il patrimonio affidatogli.
In contrasto con la Chiesa, i Farnese riuscirono a mantenere il dominio su Ischia di Castro fino al 1649, quando Innocenzo X, ordinò la distruzione della Città di Castro.
In questo periodo Ischia di Castro, venne inclusa all'interno della Reverenda Camera Apostolica.
Da questo momento in poi, il paese si vide diventare parte del dipartimento del Cimino intorno alla fine del 1700 e successivamente di quello di Roma, ad inizio 1800.
Alla fine dopo una serie di peripezie, il paese venne annesso nel 1870 al Regno di Italia, successivamente passò come provincia di Roma, ma solo fino al 1927, periodo in cui invece divenne provincia di Viterbo.
Eventi Ischia di Castro
- Festa AMA Ischia: la manifestazione si tiene a fine luglio e in questa occasione per 3 giorni il paese ospita moltissime iniziative legate all’ Arte, alla Musica e all’ Artigianato (come da acronimo A.M.A.).
- Gran Premio delle Carrettelle: nella seconda metà di agosto, ad Ischia di Castro, si tiene una particolarissima corsa con veicoli realizzati artigianalmente.
- Sant’ Ermete: il 27 Agosto si festeggia Sant’ Ermete, il Santo patrono del paese, con una solenne processione che attraversa il paese. Il giorno successivo, dopo una messa di benedizione, alcuni cavalieri si sfidano alla giostra del Gallinaccio.
Prodotti tipici di Ischia di Castro
- Olio Canino DOP: il colore verde intenso e il sapore fruttato con un leggero retrogusto a metà tra l’amaro e il piccante, rendono quest’olio un prodotto unico, perfetto per condire i piatti tipici locali e non solo.